di Chiara Tassi
Per i richiedenti asilo che delinquono c’è lo stop all’accoglienza. Un provvedimento in vigore fin dal 2015, ma che di fatto viene applicato solo in sporadici casi. “Si tratta di una norma in vigore da anni - spiega l’avvocato modenese Davide Ascari – dal momento in cui vi è un decreto di accoglienza, tale decreto può avere una sua cessazione nel momento in cui lo straniero viene per esempio coinvolto in risse, o in reati anche non particolarmente gravi ma che comunque lo fanno ritenere non integrato sul territorio nazionale”. E sono tanti i casi che tornano alla mente pensando alla cronaca delle nostre città. Ma si tratta di un provvedimento che può essere adottato, e questo significa che non è la regola. Una differenza non da poco, soprattutto se si guardano i numeri: “dev’esserci una concertazione tra le diverse istituzioni coinvolte che possa fare in modo che si arrivi ad un decreto di cessazione dell’accoglienza – prosegue Ascari – Se un richiedente asilo si macchia di un reato bisogna che la Prefettura ne venga a conoscenza e solo in quel momento, se e quando sa, adotterà il decreto di cessazione dell’accoglienza. Personalmente casi del genere ne ho visti in modo molto sporadico, diciamo un caso su 5 o 6 che seguo”. E non c’è da stupirsi, dato che la segnalazione alla Prefettura deve essere fatta dalla cooperativa sociale che ha in carico i richiedenti asilo. “Sono poi gli stessi ospiti, molto spesso, a non riferire alla cooperativa di essere destinatari di una denuncia” conclude Ascari “anche perché la cessazione dell’accoglienza significa, di fatto, finire in strada”.