Tito Fabbiani, vice comandante della polizia municipale della Val d’Enza, è accusato di una sfilza di reati, dalla concussione all’abuso d’ufficio al mobbing, ma prende lo stesso lo stipendio, pur dimezzato. Fabbiani infatti è stato sospeso dall’Unione della Val d’Enza ma per una tutela prevista dal contratto nazionale l’ente pubblico dovrà versare l’indennità alimentare: Fabbiani è dunque ai domiciliari a spese dell’Unione della Val d’Enza. Le altre due vigilesse indagate, la compagna di Fabbiani e la comandante Caggiati, la cui posizione è più defilata sono state sospese dalla Procura e quindi a stipendio zero.
Il salario viene infatti azzerato solo nel caso in cui sia la Procura a disporre la sospensione ma Fabbiani è stato sospeso solo dall’Unione della Val d’Enza