Gli emiliano-romagnoli soffrono di Mal'Aria, dice Legambiente. In Emilia-Romagna risultano ben otto i capoluoghi di provincia con più di 35 giorni di sforamento, quelli consentiti dalla legge, nel 2017. Il primo posto della preoccupante classifica va a Modena, seguita da Piacenza e Reggio Emilia. Non se la passano meglio le altre città. Sara Gelli ha intervistato Giulio Kershbaumer direttore di Legambiente Emilia-Romagna:
“Dai dati emerge che la situazione più critica del 2017 è nella zona emiliana quindi Modena, Piacenza, Parma, Reggio Emilia che hanno superato di gran lunga i 35 giorni di sforamento delle polveri pm10 nell’arco dell’anno con Modena che a quota 83 è abbondantemente sopra il limite consentito dalla normativa europea”
Ciò dipende dal fatto che siamo in Pianura Padana?
“Indubbiamente la situazione orografica della Pianura Padana favorisce l’accumulo degli inquinanti. La scorsa estate è stato firmato un accordo sovraregionale del bacino padano per trovare una soluzione alla concentrazione di questi inquinanti, poi c’è il Piano Aria regionale, il problema è che queste misure non sono sufficienti; serve un cambio di passo e va fatto rapidamente. Bisogna ripensare la mobilità nelle nostre città, quindi cercare di tenere il più possibile le auto parcheggiate o addirittura non averle, ragionare sulla riduzione degli sprechi per quanto riguarda il riscaldamento e il raffrescamento dei nostri edifici: insomma servono delle misure strutturali che risolvano questo problema”.
Che ruolo ha la Commissione Europea?
“La Commissione Europea chiede un impegno in questa direzione a otto Paesi, tra cui l’Italia. Il Ministero dell’Ambiente dovrà rispondere e dire se le misure messe in campo siano sufficienti per tornare nei limiti di legge imposti dall’Unione Europea. Se così non fosse arriveranno le multe e, oltre a respirare aria inquinata, dovremo anche pagare delle sanzioni”.
Cosa serve per ridurre l’inquinamento?
“Più mobilità pubblica su ferro principalmente; ripensare anche i mezzi pubblici, gli autobus, per trasformarli in elettrico, o almeno in ibrido; approntare una riqualificazione urbana e degli edifici che eviti gli sprechi nel riscaldamento”.
Rispetto al passato l’aria migliora o no?
“In realtà abbiamo visto che negli ultimi anni c’è stata una riduzione degli inquinanti ma in questo 2017 si è tornati molto vicini ai livelli del 2012. Quindi dipende molto dalla situazione climatica e da misure strutturali inesistenti o inefficaci. Un altro dato significativo: abbiamo sommato i giorni di superamento delle pm10 coi giorni in cui è stato oltrepassato il limite dell’ozono, inquinante principalmente estivo. A Modena, per esempio, arriviamo a un totale di 158 giorni di Mal’Aria sull’arco dell’anno, il che significa quasi un giorno ogni due. Insomma, la situazione è grave. Non è un’emergenza perché è una situazione costante e continua: occorre quindi trovare da subito soluzioni concrete”.