L’incubo è iniziato nel febbraio del 2017 quando un finalese di 43 anni ha bussato alla porta del suo studio per essere assistito nella disputa sull'eredità di famiglia a seguito della morte del padre, proprietario di un agriturismo e di altri immobili proprio a Finale Emilia.
L'avvocatessa, una penalista 45enne, lo ha rimandato al suo collega civilista, senza sapere che da quel primo rifiuto sarebbe precipitata in un tunnel fatto di minacce di morte e dichiarazioni d'amore.
Da quel momento l'uomo è infatti diventato sempre più insistente e i suoi sms, anche 150 al giorno, sempre più agghiaccianti. Il 43enne si presentava nello studio legale più volte, si appostava in strada e le telefonava incessantemente. La donna a giugno lo ha così denunciato e il divieto di avvicinamento per l'uomo è scattato solo 6 mesi dopo, a dicembre. Ma nulla cambia: il 43enne continua imperterrito con il suo atteggiamento persecutorio, arrivando addirittura a scrivere il numero dell’avvocatessa nel bagno della stazione delle corriere e qualche settimana dopo a mandarle un video dove appare una camera mortuaria. Lei allora torna dai Carabinieri che ieri, su richiesta della Procura, lo hanno arrestato. Ora è ai domiciliari e dovrà rispondere di atti persecutori, molestie aggravate e violazione di domicilio.