Favorivano l’arrivo in Italia di giovani connazionali per renderle loro schiave, costringendole a prostituirsi. Gli agenti hanno liberato una ragazzina di 17 anni: era arrivata al porto di Catania su un barcone, ha presentato richiesta di asilo politico a Catanzaro e poi è stata portata a Reggio Emilia dall’organizzazione criminale dove ha subito violenze ed è stata costretta a vendere il suo corpo. Sono oltre 30.000 i minorenni stranieri che, una volta arrivati in Italia dopo aver attraversato il Mediterraneo, fanno perdere le proprie tracce. A volte fuggono, ma spesso sono vittime di violenza, rapiti, costretti a prostituirsi e addirittura prede del traffico di organi. Due dei nigeriani arrestati, marito e moglie, vivono a Reggio Emilia in via Veneri, l’altro vive nel bresciano.
Nel modenese è ancora oggi la zona della Bruciata a brulicare di giovani africane, soggiogate da criminali che le sottopongono a rituali simili al vudù dai quali sono terrorizzate e da minacce ai famigliari rimasti nei loro villaggi. Una situazione che, da vent’anni, non trova soluzione.