“Ribadisco quello che ho sempre detto fin dall’inizio – dice il sindaco Palazzi- si tratta di un’ingiustizia grave. Siamo un paese ancora alle prese con la ricostruzione, abbiamo ancora famiglie fuori casa, l’intero apparato amministrativo è ancora alle prese con il terremoto, compreso il settore dell’assistenza sociale, e in questo contesto ci vengono affidate delle persone da gestire, che rappresentano un aggravio in tutti i sensi per il nostro territorio”. E si dice pronto ad attuare tutto quello che è nelle sue possibilità, il sindaco Palazzi, per resistere a quella che chiama una vera e propria imposizione del Governo centrale. Ma in caso questa richiesta debba necessariamente essere soddisfatta da parte del Comune, ci sarà il posto, chiede la giornalista, per ospitare questi ragazzi? “Assolutamente no –puntualizza il primo cittadino- Non abbiamo un luogo dove i miei concittadini possono riunirsi, non abbiamo un teatro, non abbiamo il municipio, siamo in una situazione di altissima precarietà. La ricostruzione privata, dagli ultimi dati, sembra essere intorno al 50%, con una prevalenza di ricostruzione rurale più che nei centri storici, ma l’unica possibilità che lo stato centrale ha per imporci questa presenza è rivolgersi proprio al settore privato: noi luoghi da mettere a disposizione non ne abbiamo”. E Palazzi si dice convinto che i cittadini siano con lui “Qualche ente preposto a trovare alloggi si è già mosso nel settore privato, ma credo che la risposta data dai miei cittadini sia stata prevalentemente negativa, se non totalmente negativa, da quello che so. Credo che i cittadini in questo caso, e non centra la politica, siano con me: indipendentemente dal partito politico, credo sia una questione di buonsenso”. Ecco, appunto, buonsenso.